Quando l’ho letto per la prima volta alcuni anni fa, I Will Teach You To Be Rich di Ramith Sethi non era ancora stato tradotto in italiano e soprattutto l’autore non aveva ancora partecipato alla serie “How to Get Rich” su Netflix, che lo ha fatto diventare famoso anche tra il pubblico generalista. Certo, era già un New York Times best seller e spuntava come il prezzemolo in gran parte dei contenuti video, blog e podcast che seguivo al tempo. Ricordo in particolare un paio di puntate su “Smart Passive Income” di Patt Flynn e “Entrepreneurs On Fire” di John Lee Dumas.
Questo per dirti che:
- non ho letto la versione italiana. In ogni caso il mio consiglio, che vale in generale per tutti i libri degli autori di finanza personale americani (cioè praticamente il 90% di quello che trovi in giro), è: leggi l’originale in inglese. Certo, facendo così ti ritroverai a leggere argomenti che nel nostro Bel Paese non si applicano al 100%, però:
- al termine dell’articolo ho inserito una sezione dove vado a specificare proprio quelle cose di questo libro che in Italia non trovano piena attinenza;
- nel tempo leggendo questo genere di libri (o blog, podcast, video, quello che ti pare), imparerai a riconoscere quei 3-4 concetti tipicamente americani che ricorrono sempre e che in qualche modo noi possiamo bypassare o riadattare alla nostra italica situazione. Di fatto sono: 401k, Roth IRA, i debiti da carte di credito, i debiti per studiare all’università, le assicurazioni sanitarie e poco altro.
- Comunque, se non conosci abbastanza l’inglese per leggere un libro di finanza personale, la tua priorità dovrebbe essere imparare l’inglese, non imparare a investire. Nell’ordine.
- Io personalmente ho trovato la serie su Netflix un po’ noisa. Forse perché preferisco la densità del libro al formato “reality finanziario”, o forse perché quando hai già letto il libro, vedere Ramith Sethi risolvere i problemi finanziari di americani random diventa meno interessante.
In ogni caso, ecco qui 11 buoni consigli di finanza personale che io ho trovato nel libro “I Will Teach You To Be Rich” di Ramith Sethi.
Table of Contents
1. La prima arma segreta degli investimenti: il tempo.
The best time to start investing was ten years ago. The second best time is today.
Cioè più tempo hai a disposizione, più tempo avranno i tuoi soldi per moltiplicarsi grazie alla seconda arma segreta degli investimenti, cioè l’interesse composto (che per Einstein era l’ottava meraviglia del mondo). Di più su questo argomento nella categoria del blog “Finanza Personale”.
Per cui inizia ad investire il prima possibile, e non cercare di essere “the smartest person in the room“…
Ah, se vuoi divertirti a “giocare” con l’interesse composto usa questo simpatico tool online.
2. Non devi vivere come un monaco tibetano per raggiungere il benessere finanziario
A Rich Life means you can spend extravagantly on the things you love as long as you cut costs mercilessy on the things you don’t
Non devi vivere come un monaco tibetano per avere una buona situazione finanziaria. Concentrati sulla “bigger picture“: non ha senso ossessionarsi sul latte macchiato (questa sua fissazione per i latte macchiati non l’ho mai capita – immagino sia come quando noi diciamo “non ha senso risparmiare sul caffè al bar”). Tieni sotto controllo le spese, sì, ma focalizzati sulle “Big Wins” – quelle 6-7 cose che ti daranno risultati sproporzionati, come automatizzare le tue finanze, conseguire un aumento in busta paga, cambiare lavoro, avere un “side hustle”, etc.
Se vuoi approfondire questo suo concetto delle “Big Wins” non puoi fare niente di meglio che leggere l’articolo The Big Wins Manifesto del blog di Rramith Sethi.
Insomma, basta seghe mentali su ogni singola spesa, o meglio: è inutile che stai lì a guardare sull’app dedicata dove andare a far benzina per risparmiare 2€, se poi, ad esempio, investi ogni mese 0€ sul tuo fondo pensione complementare.
3. Guadagnare di più è più impattante che risparmiare di più
There’s a limit to how much you can cut, but no limit to how much you can earn.
Puoi tagliare le spese fino a un certo punto, poi o vivi sotto un ponte o non puoi tagliare più nulla. Ma non c’è limite teorico a quanto puoi guadagnare. È molto più facile raddoppiare il tuo reddito che dimezzare le tue spese mantenendo una vita decente.
È esattamente quello che avevo scritto nel mio primo articolo “Soldi: perché a 30 anni ho capito che non ne sapevo un cazzo“. In sintesi: da docente guadagnavo 1.500€ netti al mese con zero possibilità di carriera. Potevo tagliare le spese quanto volevo, ma a fine mese rimanevo sempre e comunque con le pezze al culo. Non ne venivo fuori. Quando sono diventato preside il salto da 1.500€ a 3.500€ netti al mese mi ha dato più margine finanziario di qualsiasi strategia di risparmio estremo.
Lo so, non ci sono molti lavori in Italia che ti permettano di fare un cambiamento del genere, e io per ottenerlo ho fatto un concorso pubblico maledettamente difficile, accettando di muovermi in giro per l’Italia per i primi anni (il concorso era nazionale…).
C’è sempre un’altra strada, quella che probabilmente consiglierò a mio figlio quando – e se – avrà un po’ di sale in zucca: fare le valige e andarsene.
4. Se sei un poverazzo, non perdere troppo tempo a cercare gli strumenti finanziari perfetti

Se hai pochi soldi, anche se le differenze percentuali tra alcuni prodotti finanziari ti sembrano enormi, in termini assoluti sono irrilevanti. Non perdere settimane a ottimizzare per risparmiare 20€ all’anno. Concentrati su cose più importanti, come aumentare il tuo reddito.
Se sei un poverazzo, e se stai leggendo questo blog sei evidentemente un poverazzo, probabilmente in banca potresti avere una cifra attorno ai 5.000€ di risparmi. Ora, se una banca ti offre il 3% di interessi e un’altra l’1%, in termini percentuali ti potrà sembrare una differenza significativa. Ma in termini assoluti parliamo di 150€ contro 50€ lordi. Togli le tasse (26%) e diventano 111€ contro 37€. Circa 74€ di differenza in un anno. Al mese: poco più di 6€. Vedi tu quanto vuoi sbatterti per cambiare banca e ottimizzare conti per risparmiare quella cifra. Lo stesso vale per altri strumenti finanziari: se le differenze non sono marcate, lo sbattimento non vale la candela.
Certo, il discorso cambia se poverazzo non sei.
Quindi smettila di perdere tempo a confrontare ogni singolo conto corrente o deposito per differenze marginali. Quella stessa energia investila per capire come massimizzare le deduzioni fiscali sui fondi pensione o ottimizzare la surroga del mutuo o investire in ETF.
Risultato: più tempo, meno stress, più soldi risparmiati sulle cose che contano davvero.
5. Fare budgeting “classico” probabilmente non funziona. Fai un Conscious Spending Plan.
Ecco, questo è forse il miglior consiglio (insieme al prossimo nr. 6) che abbia trovato nel libro I Will Teach You To Be Rich, tanto che ho deciso di scrivere il prossimo articolo della categoria “Finanza Personale” proprio sul mio Conscious Spendin Plan.
Sethi dice: il budgeting “classico”, cioè segnarsi per filo e per segno tutte le spese che uno fa, dal caffè al bar alla spesa in supermecato, è un’ottima idea che si trova in quasi tutti i libri che parlano di finanza personale. Peccato che ci sia un problema: nessuno lo fa mai.
Ora, io non so se questo sia vero (che nessuno lo faccia mai). L’unica cosa che so è che ogni volta che ho provato a segnarmi le spese giorno per giorno, ho tenuto botta per un paio di settimane al massimo, e poi ho smesso. Troppo sbattimento.
Questo non significa che questa pratica sia sbagliata, anzi. Avere un’idea il più precisa possibile di quanto spendiamo mensilmente è il primo passo per poter fare un piano finanziario sensato. Solo che invece che segnarsi ogni singola spesa, cioè in termini ragionieristici un bilancio consuntivo, Sethi suggerisce che sia più importante fare un bilancio preventivo. Nome più figo inglese: Conscious Spending Plan.
Chiaro, le due cose andrebbero a braccetto. Lui dice solo che un Conscious Spending Plan è più semplice e utile di un budget classico, perché più flessibile, orientato alla possibilità di spesa più che all’analisi dei costi e soprattutto perché innesca meccanismi di automazione (leggi il consiglio successivo).
In pratica:
- verifica le tue entrate;
- alloca (termine che in economia viene usato tantissimo, tanto quanto un politico usa il termine “riforme”) in base a quelle le varie voci di spese fisse, investimento e risparmi per spese prevedibili. Lui consiglia, di base:
- spese fisse (mutuo, bollette, spesa, nido etc) tra il 50% e 60%;
- investimenti (piano di accumulo, fondi pensione, etc) circa 10%;
- risparmi per spese prevedibili (una nuova auto, le vacanze, il matrimonio, etc) tra il 5% e il 10%;
- “guilt free spending” (cioè spese senza sensi di colpa: cene fuori, shopping, quello che ti pare) quello che ti rimane, tra il 20% e 35%.
In questo modo, invece che farti venire il mal di testa tenendo sotto controllo ogni singola spesa, sai a inizio mese quanto puoi spendere (o quanto devi risparmiare ) per una determinata categoria e in teoria non dovresti andare oltre. Per cui al tuo amico che ti chiede se vai a berti un’altra birra dopo il lavoro, ma tu sai di aver già sforato il tuo guilt free spending, gli dici “no puedo”. Risparmi soldi e il tuo fegato ringrazia. Al massimo perdi un amico.
Questo consiglio va a braccetto con il prossimo.
7. Automatizza le tue finanze
Imposta trasferimenti automatici per le tue spese, piani di investimento e risparmio. Do per scontato che quelli per le spese fisse più importanti siano già impostati: mutuo, bollette, abbonamenti, rata della macchina, assicurazioni etc.
Invece, per gli investimenti e i risparmi per le spese prevedibili, se devi decidere ogni mese quanto “mettere via”, prima o poi smetterai di farlo. L’automazione rimuove la decisione (e la tentazione) dall’equazione. Quando arriva lo stipendio, i tuoi soldi vanno automaticamente dove devono andare, prima che tu possa spenderli per altre cose.
Quindi cosa puoi fare? Ti dico cosa facciamo io e mia moglie: quando riceviamo lo stipendio il 23 del mese, facciamo partire una serie di bonifici automatici reali e virtuali. Quelli reali vanno ai nostri piani di previdenza complementare e ai fondi di investimento (spoiler: usiamo entrambi Trade Republic, mentre per i piani di previdenza complementare te ne avevo già parlato in questo articolo). Quelli virtuali li usiamo per risparmi destinati a spese specifiche.
Con le nostre banche, io BBVA, lei Banca Intesa, abbiamo attivato un prodotto gratuito che si chiama “salvadanaio digitale“: sono dei “sotto-conti” virtuali del tuo principale dove puoi creare obiettivi di risparmio. Ad esempio, ogni mese partono dei bonifici automatici che alimentano i nostri salvadanai per i viaggi e le vacanze (sì, ci piace tantissimo viaggiare e spendere in esperienze in giro per il mondo). I soldi restano tecnicamente sul conto ma vengono “separati” visivamente sul salvadanaio “Viaggi”. Puoi rispostarli e usufruirne quando vuoi con un click, ma intanto vedi quanto hai accumulato per quell’obiettivo specifico.
Cosa cambia in concreto? Nulla. Psicologicamente: prova e vedrai.
8. Chi va piano, va sano e va lontano
I’ve come to realize that when a person goes from one extreme to another, the behaviioral change rarely lasts.
Per cui quando stai implementando un cambiamento nelle tue finanze personali (ma anche nella tua dieta, esercizio fisico o qualsiasi altra cosa), cerca di fare il cambiamento più piccolo oggi. Qualcosa che difficilmente noteresti. E segui il tuo piano gradualmente aumentandolo.
Su questo concetto James Clear ci ha scritto un altro bestseller internazionale, Atomic Habits, libro sul quale prima o poi farò una sintesi/recensione.
Tanto per rapportare sta roba alla mia esperienza reale: quando ho iniziato a implementare i cambiamenti nelle mie finanze, la tentazione era di fare tutto subito: aprire dieci conti diversi, investire il massimo possibile, tagliare tutte le spese “inutili”. Invece: ho iniziato risparmiando poco al mese per creare un fondo di emergenza, poi ho iniziato ad investire una piccola cifra su un ETF, poi ho aggiunto l’1% su Fondo Espero, poi ho aggiunto Allianz Insieme per arrivare al massimo della quota deducibile, poi ho aumentato la cifra di investimento sugli ETF, etc etc. Adesso sono milionar… seeeee magari.
Che è poi il consiglio della nonna: chi va piano, va sano e va lontano.
9. Dollar Cost Averaging
Investing regular amounts over time, rather than investing all your money in a fund at once.
Invece di investire tutto il capitale disponibile in una volta sola, investi importi regolari nel tempo. Questo riduce il rischio di entrare nel mercato nel momento sbagliato e sfrutta le fluttuazioni dei prezzi a tuo favore.
E poi, se non disponi di grande cifre iniziali perché sei un poverazzo come me e mami e papi ti hanno dato una bella pacca sulla spalla di incoraggiamento invece che una lauta eredità, non hai proprio alternative se non il risparmio e investimento mensile e poco per volta.
Questo concetto l’ho appreso per la prima volta su un articolo del blog di “Incassaforte” come ho spiegato nell’articolo su Feedly e i blog che leggo. In Italia sfruttiamo il dollar cost averaging attraverso i c.d. Piani di Accumulo, PAC, che spesso nelle app dei broker, come Trade Republic, possono essere impostati e gestiti gratuitamente (così è mentre scrivo, oggi agosto 2025, non escludo che cambi in futuro).
Investi sempre la stessa cifra ogni mese, e quando i prezzi sono alti compri meno quote, quando sono bassi ne compri di più. Nel tempo, il prezzo medio di acquisto si livella.
Spesso il PAC viene contrapposto al PIC (Piano di Investimento del Capitale), cioè investire una grossa cifra “de botto”. Se sei un poverazzo come me, come ti dicevo, non hai alternative al PAC. Però magari sei un poverazzo desideroso di imparare, come il sottoscritto. Allora leggiti questo articolo e paper allegato di Vanguard dove di fatto viene dimostrato che il 68% delle volte, nel lungo periodo, il PIC batte il PAC in termine di rendimenti.
Commento personale: averceli.
10. 10 percent fun money
I have no problem with alternative investments when they are part of an overall portfolio.
Cioè tieniti un po’ di budget per le cazzate, ma solo se è una piccola percentuale del tuo portafoglio totale. Sethi nel libro fa l’esempio delle crypto, ma potremmo generalizzare ben oltre: azioni singole, qualche strategia senza leva sulle opzioni (occhio: con le opzioni e altri prodotti derivati puoi perdere anche più di quello che hai investito), ETF particolarmente settoriali e scarsamente diversificati o su mercati geografici molto “di nicchia”, etc.
Se ci becchi magari ci fai pure qualche soldino (botta de c…). Se ci perdi ci perdi quel poco che hai investito.
Ma un po’ di gioia in sta vita, sì o no?

11. Ribilanciamento
Stop investing in the outperforming area and grow the other areas of your portfolio until allocation is back in line with your goals.
Quando una parte del tuo portafoglio cresce troppo rispetto alle altre, non continuare a investire lì. Concentra i nuovi investimenti nelle aree sottopesate fino a tornare all’allocazione target.
Sethi, e io sono d’accordo, non ama l’altro sistema classico – vendere le quote che hanno performato meglio per reinvestire in quelle che hanno performato peggio – perché significa pagare commissioni, fare paperwork, “pensare” troppo e soprattutto pagare tasse sulle plusvalenze.
Io sto giusto in questo periodo cominciando a ribilanciare. Da qualche mese infatti una quota importante del mio piano pensionistico complementare che ho su Fondo Espero, è passata dal Comparto Crescita – 70% obbligazioni e fondi monetari, 30% azioni, al Comparto Dinamico, 60% azioni, 40% obbligazioni. Siccome gli altri miei investimenti su fondi pensione aperti e piani di accumulo sono 100% azioni, e soprattutto la soglia dei 40 è pericolosamente vicina, mi sento troppo sbilanciato sul comparto azionario.
Per questo tra poco smetterò di investire su alcuni ETF azionari del mio PAC, e per un po’ di tempo investirò quasi esclusivamente su ETF obbligazionari, per bilanciare quello che io ritengo sia il rapporto rendimento / rischio che sta bene a me.
Siccome non ho un portafoglio milionario, non c’è assolutamente fretta… Comunque non venderò nulla e non pagherò nessuna tassa sulle plusvalenze. Tié!
Alcune critiche di I Will Teach You To Be Rich
ll Titolo clickbait
Va beh dai. Anche questo articolo farà storcere il naso alle “persone serie”. Il fatto è che io con un titolo così sono partito bello prevenuto sul libro, pensando fosse la solita kyosacata da quattro soldi. E invece ho trovato un ottimo libro di finanza personale.
Costante interrogarsi sul “What does being rich mean to you?”
Sethi è un po’ ossessionato da questa domanda e la ripete ogni tre pagine. Capisco l’importanza di definire i propri obiettivi, ma dopo la quinta volta che ti chiede di immaginare la tua “Rich Life” ideale diventa un po’ fastidioso. Io non riesco a immaginarmi la mia Rich Life e non ho voglia di perdere ore a pensarci. Vorrei solo andare in pensione senza mangiare pasta col tonno tutti i giorni e magari, tra un po’, avere qualche alternativa di vita in più. Non so quale, non so come e non so perché. Fine.
Carte di credito
Tutta la sezione sulle carte di credito è abbastanza inutile per l’Italia. Il sistema americano del credit score non esiste qui, e i “rewards” delle nostre carte di credito sono ridicoli. I suoi consigli su come ottimizzare i punti e i cashback di fatto non si applicano al nostro mercato.
Ne abbiamo tanti di difetti noi italiani (no tanti, tantissimi), ma se c’è una cosa in cui siamo bravetti è quella che non ci indebitiamo troppo. Di sicuro non lo facciamo attraverso le carte di credito.
Retirement accounts americani
401(k), Roth IRA, Traditional IRA, il sistema pensionistico americano è completamente diverso dal nostro. I nostri fondi pensione funzionano in modo diverso e hanno regole fiscali diverse. E tuttavia i principi di base, tra cui quello di investire nei 401(k) per avere il contributo del datore di lavoro, non sono granché diversi dai nostri.
Target Date Funds
“Target date funda are simple funds that automatically diversify your investments for you based on when you plan to retire”. Di fatto sono fondi che permettono di non ribilanciare periodicamente perché lo fanno loro per te. Figata, peccato che in Italia praticamente stiano nascendo adesso (i cosidetti “Life Strategy”). Sethi è molto favorevole a questa tipologia di fondi, io un po’ meno. Per me, i costi maggiori che hanno non valgono quel poco sbattimento per ottenere lo stesso risultato ribilaciando manualmente.
Conclusioni
Per scrivere questo articolo mi sono messo a rileggere questo bel libro di finanza personale, pragmatico e concreto. Certo, puoi andare veloce su quelle parti “tipicamente americane”, oppure puoi provare a comprare la versione pensata per il pubblico in italiano. Magari poi mi dici com’è.
Hai letto “I Will Teach You To Be Rich”? Cosa ne pensi? E soprattutto: quali altri libri di finanza personale vorresti che recensissi? Scrivimi nei commenti, così magari la prossima volta non devo scegliere a caso su Amazon tra titoli che promettono di farmi diventare milionario entro Natale.
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