Buone notizie: andrai in pensione.
Cattive notizie: con quello che prenderai dall’INPS, tornerai a mangiare pasta col tonno come quando frequentavi l’università. Allettante vero?
Premesse:
- sono un dirigente scolastico e vivo del mio stipendio e di quello di mia moglie, docente di scuola pubblica. Le regole dei fondi pensione per i dipendenti pubblici sono abbastanza diverse rispetto a quelle per i privati. Per i primi vale ancora il D.Lgs. n. 124/1993, per i secondi il D. Lgs. 252/2005. Cercherò sempre di sottolinearlo durante l’articolo;
- non penso di andare in pensione molto prima del momento in cui mi sarà consentito, anche se vorrei avere un minimo di margine di scelta. Vale a dire: spero di andarci un po’ prima e con un po’ più di soldi rispetto all’assegno dell’INPS;
- penso che i fondi pensione siano strumenti molto flessibili per “programmare” le proprie finanze nel lungo periodo, soprattutto se un giorno verranno equiparate le regole di anticipo delle somme accumulate tra dipendenti pubblici e privati;
- aderisco a Fondo Espero e a Allianz Insieme dal 2022 e penso che questa strategia funzioni sia per me che per mia moglie;
- non sono un consulente finanziario, e soprattutto la tua condizione, le tue necessità, la tua propensione al rischio e le tue strategie ottimali sono sicuramente diverse dalle mie. Per cui ragiona con la tua testa.
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La realtà della pensione pubblica in Italia
Fattene una ragione: i tuoi contributi previdenziali non vengono messi via in nessun cassettino presso l’INPS. I contributi che stai versando in questo momento servono a pagare le pensioni dei tuoi genitori e dei tuoi nonni. Oltre a una serie infinita di altre prestazioni assistenziali.
Se hai un minimo di voglia di essere meno capra, leggiti l’ultimo – ad oggi agosto 2025 – rapporto annuale dell’INPS o almeno la breve analisi che ne fa questo articolo della Voce del prof. Balduzzi (giornale online già consigliato nel precedente articolo sui blog che vale la pena leggere).
Quindi chi pagherà la tua pensione? I tuoi figli, se ce li hai. O i figli degli altri. Sempre che lavorino.
E dato che in Italia si fanno sempre meno figli (e siamo anche campioni internazionali di fuga di cervelli), trai tu le tue conseguenze.
Morale: muovi il culo e apri un fondo pensione, così che tu possa aggiungere un contorno di fagioli in scatola alla pasta col tonno quando andrai in pensione.
Cos’è un Fondo Pensione
Il fondo pensione è un COSO dove metti i tuoi soldi adesso per riprenderli quando sarai vecchio e brutto. In teoria dovrebbero essere diventati di più. In pratica dipende da quanto sei bravo a scegliere il COSO giusto. Va a sommarsi alla tua pensione INPS, trasformando la tua futura miseria in una decorosa sopravvivenza.
Ci sono 3 tipi di fondi pensione:
- Fondi chiusi (o negoziali), come Fondo Espero per i lavoratori della scuola;
- Fondi aperti, come Allianz Insieme;
- PIP – Piani Individuali Pensionistici, basati su assicurazioni sulla vita. Pure il nome è brutto. Io li lascio stare.
Fondo chiuso vs fondo aperto
Fondo chiuso (es. Fondo Espero) | Fondo aperto (es. Allianz Insieme) | |
---|---|---|
Chi può aderire | solo determinate categorie. Per il Fondo Espero devi lavorare nella scuola o AFAM o far parte di queste categorie | chiunque |
Contributo del datore (soldi aggratis) | di solito tra lo 0,5% e il 1,5%. Per Espero è l’1% | zero, nicht, nada. A meno che non sia previsto dal tuo contratto |
TFR | obbligatorio versarlo | NON obbligatorio versarlo |
Deduzione fiscale | fino a €5.164,57 all’anno | fino a €5.164,57 all’anno |
Costi | relativamente bassi | più alti dei fondi chiusi, ma non per forza alti in assoluto |
Opzioni di investimento | spesso poco aggressive (meno rischio meno rendimento) | più possibilità di investimento spesso anche aggressive (più rischio più rendimento) |
Gestione | sindacati e associazioni dei datori di lavoro | compagnie assicurative o società di gestione del risparmio |
Tassazione durante l’erogazione | tra il 15% e il 9% | tra il 15% e il 9% |
Cos’è il contributo del datore di lavoro nei fondi chiusi?
Soldi gratis. Cioè il motivo principale per cui aderisco al Fondo Espero.
Beh, gratis nella vita non è manco l’aria che respiri. Detto questo, sono soldi che ti vengono versati direttamente sul Fondo dal tuo datore di lavoro, senza dedurli dal tuo stipendio. Questo a patto che tu versi almeno il minimo previsto dal fondo.
Es. Fondo Espero: il mio datore di lavoro – lo Stato – versa l’1% della mia retribuzione tabellare, cioè la quota maggioritaria del mio stipendio (se vuoi vedere come è fatto lo stipendio di un preside, leggi questo articolo) nel mio caso circa 65€ al mese. Io sono tenuto a versare almeno l’1% della mia retribuzione tabellare, cioè altri 65€ al mese. Questo significa che nel mio Fondo Espero ogni mese, oltre al TFR, io investo circa 125€, cioè 65€ x 2 meno il costo di gestione.
Vale a dire che in un anno lo Stato mi “regala” circa 845€ (65€ per tredici mensilità) che versa direttamente sul Fondo Espero. Nel 2024 sono stati €874,71 per la precisione.
Ok, ma tu magari sei un docente e il contributo dello Stato è più piccolo. Bene, allora faccio l’esempio di mia moglie, che è docente di ruolo di scuola secondaria. Per lei lo Stato contribuisce ogni mese con circa 27€. Per tredici mensilità fanno circa 350€ all’anno. Buttali via…
Che cosa significa “versamento obbligatorio del TFR” nei fondi chiusi?
Aspetta, prima di tutto cos’è il TFR?
Il TFR è quella roba che si accumula automaticamente ogni mese, che ti spetta ma che non vedi mai, perché te la tengono fino a quando non vai in pensione o cambi lavoro. In pratica è circa il 7% del tuo stipendio che, se lo lasci in azienda, rende quanto il conto corrente di tua nonna, o quasi. Per fortuna puoi dire al tuo datore: “Mandalo nel fondo pensione”, e almeno hai la speranza che cresca.
Ma è obbligatorio versare il TFR se scelgo di aderire a un fondo pensione? Sì per i fondi chiusi, come Fondo Espero. No per i fondi aperti, come Allianz Insieme.
N.B.: se sei un dipendente pubblico, non puoi versare il tuo TFR su un fondo pensione aperto. Sui fondi aperti, come faccio io con Allianz Insieme, puoi versare solo contributi volontari.
Cosa comporta versare sto TFR? Un paio di cosette:
- PRO TFR IN FONDO PENSIONE: se lasci il TFR in azienda, questo viene rivalutato ogni anno dell’1,5% + il 75% del tasso di inflazione ISTAT. Ora, a meno che l’inflazione non sia bella alta (come ai tempi del COVID, ma a quel punto ti devi preoccupare di altro, no del TFR…), questo redimento è tendenzialmente basso, o meglio: tendenzialmente più basso rispetto al rendimento atteso del TFR versato in un fondo pensione in un comparto “aggressivo”, che ha un rendimento netto annuo atteso nel lungo periodo attorno al 4-5%. Capito niente? In sintesi: il TFR nel fondo pensione rende di più, TENDENZIALMENTE.
- PRO TFR IN FONDO PENSIONE: se lasci il TFR in azienda, quando vai in pensione e te lo liquidano, lo Stato si prende la sua bella fetta con l’aliquota IRPEF piena – che per uno stipendio come il mio significa, ad oggi, il 43% di tasse. Se invece metti il TFR sul fondo pensione, come Fondo Espero, quando lo ritiri paghi solo il 15% di tasse, percentuale che scende al 9% se rimani nel fondo per almeno 35 anni. Nel paragrafo successivo ti spiego meglio questa cosa della tassazione decrescente. In sintesi: il TFR ti viene tassato molto meno in fase di erogazione se lo investi nel fondo pensione.
- CONTRO TFR IN FONDO PENSIONE: non puoi prendere tutto il montante di botto come faresti normalmente con il TFR. Quando vai in pensione, dal fondo pensione puoi ritirare al massimo il 50% come capitale immediato, il resto deve per forza diventare una rendita mensile che ti accompagna fino alla bara (anche se ci sono delle eccezioni e modi per ritirare il 100%, soprattutto se lavori nel privato, tra poco le vedremo). Questo significa che se dopo 25 anni hai accumulato €300.000 e sognavi di comprarti quella casetta vista mare in Grecia con i soldi del TFR, potresti ritrovarti con solo €150.000 disponibili subito – e scoprire che per quella casa te ne servivano €200.000. Il resto dei tuoi soldi li vedrai a rate mensili per gli anni che ti rimangono. Questo è ok per vivere dignitosamente ma non per realizzare quei sogni che richiedono un capitale importante tutto insieme. Per questo io non metto tutti i miei risparmi nel fondo pensione: ho bisogno anche di soldi completamente liberi, che posso liquidare quando voglio e come voglio. Il fondo pensione è perfetto per… la pensione, appunto, o per altre spese “importanti” che potresti avere nel lungo periodo, ma se un domani voglio comprare la casa in Grecia, aiutare mio figlio ad andarsene in un Paese non in via di sviluppo come l’Italia (patrioti non incazzatevi, fatevi na risata ogni tanto…), o semplicemente avere la libertà di dire “prendo tutto e me ne vado alle Maldive”, ho bisogno di altri strumenti. Nei prossimi articoli di questo blog ti racconterò quali altri strumenti utilizzo. In sintesi: se vuoi la casa in Grecia vista mare quando vai in pensione, non è detto che riuscirai a comprartela se metti il TFR in un fondo pensione.

Tassazione agevolata in fase di erogazione
Secondo motivo per cui aderisco ai fondi pensione.
Quando sei finalmente in pensione (cioè vicino alla bara) e sei pronto a fruire delle tue laute ricchezze, lo Stato ti fa un altro regalo: invece di tassarti con l’aliquota IRPEF normale (che per me oggi sarebbe il 43%), sul montante accumulato nel fondo pensione paghi solo il 15%.
Ma ti va ancora meglio: se hai la pazienza di tenere i soldi nel fondo oltre i 15 anni, l’aliquota scende dello 0,3% all’anno fino al 9%. Significa che se rimani nel fondo pensione per almeno 35 anni, in fase di erogazione pagherai solo il 9%. Ottima cosa. Per questo ti sentirai dire spesso di aprire il fondo pensione il prima possibile, in modo da cominciare a far passare gli anni e andare in pensione con l’aliquota minima. Al massimo versi il minimo indispensabile nei fondi chiusi o anche niente nei fondi aperti. E se te lo dicono tutti, fallo no!?!
Occhio però: ogni anno paghi comunque le tasse sulle plusvalenze, anche se meno dell’aliquota normale. Infatti queste vengono tassate al 20%, invece che al 26% come negli altri investimenti. Naturalmente paghi sempre il 12% sui titoli di Stato.
Deduzione fiscale di €5.164,57, detto anche LO SCONTONE FISCALE
Cioè il terzo motivo per cui aderisco a un fondo pensione.
Se apri un fondo pensione, ogni anno lo Stato ti fa uno scontone fiscale non indifferente: puoi dedurre dal reddito imponibile fino a €5.164,57 (questo numero astruso corrisponde ai vecchi 10.000.000 di lire) di versamenti. Dedurre significa che questi soldi non pagano le tasse IRPEF, quindi se sei nella fascia massima del 43% (come me), per ogni €1.000 versati sul fondo pensione, lo Stato mi restituisce CIRCA €430 di tasse in meno da pagare. In pratica, per me versare €5.164,57 sul fondo pensione significa che ogni anno me ne tornano indietro €2.230,76.
Charo: più guagagni, cioè più l’aliquota IRPEF è alta, più conviene.
OCCHIO: il TFR NON RIENTRA nel conteggio per raggiungere questo limite.
MA OCCHIO 2: il contributo datoriale RIENTRA nel conteggio per raggiungere questo limite. Questo significa che i “soldi gratis” di cui parlavo prima, cioè il contributo datoriale, non solo ti vengono accreditati nel tuo fondo pensione dal datore di lavoro, ma contribuiscono anche a raggiungere i €5.164,57 di deducibilità massima. Per cui per raggiungere il massimo della deducibilità fiscale io non verso di tasca mia €5.164,57 all’anno ma solo circa €4.315, cioè €5.164,57 meno 850€, che sono i “soldi gratis” che il mio datore di lavoro – lo Stato – mi dà.
Le rendite quando arrivi alla pensione: Vitalizia, Certa, Reversibile, LTC… WTF?
Quando vai in pensione devi scegliere che tipo di rendita vuoi, o quanta percentuale di montante vuoi ritirare subito, fino al massimo del 50%, e il resto riceverlo come rendita. A dire il vero, ci sono dei modi per ritirare tutto il montante al 100% e non trasformarlo in rendita, soprattutto se lavori nel privato; te lo spiegherò nel paragrafo successivo.
E no, non è una scelta da prendere alla leggera perché una volta deciso, non torni più indietro.
1. Rendita vitalizia semplice:
Vieni pagato mensilmente fino a che schiatti. Se schiatti un giorno dopo che sei andato in pensione, tutto quello che hai risparmiato torna al fondo pensione e i tuoi eredi rimangono a bocca asciutta. Se campi altri 100 anni (auguri), il fondo pensione ti paga altri 100 anni. Naturalmente il fondo pensione spera che tu schiatti presto.
2. Rendita vitalizia reversibile
Quando schiatti, una percentuale (50%, 60%, 100%) continua ad andare alla persona che hai designato, coniuge o amante che sia, finché questa non schiatta. Naturalmente questo comporta un assegno più basso della rendita vitalizia semplice e l’importo diminuisce all’aumentare della percentuale di reversibilità e dell’età del coniuge (o dell’amante). In questo caso il fondo pensione spera che la persona che hai designato schiatti presto.
3. Rendita vitalizia controassicurata
Se schiatti prima di aver “consumato” tutto il montante, la differenza rimasta va alla persona che hai designato, o tramite assegno periodico o in un’unica soluzione, questo lo decidi tu.
4. Rendita certa per 5 o 10 anni e poi vitalizia:
L’assegno di rendita ti viene garantito per un numero fisso di anni (5 o 10), poi diventa rendita vitalizia normale. Es.: se hai scelto rendita certa per 10 anni, significa che se schiatti il giorno dopo che sei andato in pensione, la persona da te designata continuerà a ricevere l’assegno per i successivi 10 anni. Poi stop.
5. Long Term Care (LTC):
Se ad un certo punto durante la pensione non riesci più ad andare in bagno da solo, (insomma se non sei più autosufficiente) l’assegno di rendita raddoppia. Naturalmente la rendita “normale”, cioè nel periodo in cui sei autosufficiente, è più bassa rispetto alla rendita vitalizia semplice. In questo caso il fondo pensione ti augura ottima salute, o meglio ancora di schiattare il giorno dopo che perdi l’autosufficienza.
Come ritirare il 100% anche prima di andare in pensione
Quando raggiungi l’età per la pensione (oggi 67 anni), la condizione per ritirare tutto il capitale e non averlo sotto forma di rendita è semplicissima:
puoi ritirare l’intero montante se la rendita che deriverebbe dalla conversione del 70% del capitale risulta inferiore al 50% dell’assegno sociale.
Chiaro no? Chiaro un cazzo.
In pratica puoi ritirare tutto il montante se questo, ad oggi, corrisponde di fatto a poco più di 100.000€. Naturalmente la cifra nel tempo è destinata a salire perché, in teoria, salirà anche l’assegno sociale.
Tenendo in considerazione questa cifra “target”, ci sono alcune strategie per ritirare il 100% del montante, anche prima dell’età pensionabile.
N.B.: alcune delle strategie che ti mostro hanno molte più restrizioni per i dipendenti pubblici come me. Le cose forse cambieranno, ma ad oggi – agosto 2025 – per noi vige l’obbligo di mantenere il TFR sul fondo chiuso di categoria e non possiamo chiedere anticipazioni sul TFR. Ha senso conoscere comunque queste strategie perché forse un giorno, spero presto, le leggi cambieranno.
Modo 0: schiattare
Se schiatti prima di andare in pensione, coloro che hai indicato come beneficiari ereditano il montante del fondo pensione al 100% “di botto”. Certo, tu sei morto.
N.B.: occhio ai fondi pensione dei dipendenti pubblici, come il Fondo Espero. Controlla bene le modalità di riscatto degli eredi e soprattutto non dimenticarti di designare un beneficiario.
Tra l’altro questo capitale non è soggetto a imposta di successione e viene tassato con la tassazione agevolata tra il 15% e il 9%. Insomma, un ottimo affare per i tuoi eredi, per cui comincia a guardarti le spalle.
Modo 1: avere più fondi pensione
Apri il primo fondo pensione. Arrivi all’incirca alla soglia di contribuzione sotto la quale puoi ritirare tutto il capitale alla pensione. Smetti di contribuire e “blocchi” il montante in un comparto garantito, facendo attenzione che non superi la soglia.
Apri un secondo fondo pensione e adotti la stessa strategia.
Poi apri il terzo etc etc.
Chiaro, se blocchi il capitale in un comparto “garantito”, perdi gli eventuali rendimenti futuri, per cui fatti due conti.
E se il fondo che hai portato “a soglia” è un fondo chiuso, non vuoi perdere il contributo datoriale, ma nello stesso tempo non puoi bloccare il TFR che continua a far crescere il montante?
No problem. Trasferisci il fondo chiuso in uno aperto in un comparto garantito, che tra l’altro eredita la data di apertura del primo fondo, così non perdi poi la tassazione agevolata in fase di erogazione. Successivamente aderisci nuovamente al fondo chiuso di comparto. In questo modo ricominci a beneficiare del contributo datoriale.
Diabolico? Un po’. Ricorda sempre però che quando “blocchi” la rendita del montante, stai perdendo gli eventuali benefici dei rendimenti futuri.
Questa strategia vale anche per i dipendenti pubblici? Non per la quota del TFR (che nel mio caso è la maggiore del Fondo Espero), perché per noi non è possibile conferire alcuna quota di TFR nei fondi aperti. “You can’t always want what you want”, direbbero i Rolling Stones, cioè: mettitela via.
Modo 2: anticipo del 30% senza giustificazione (solo lavoratori privati)
Se lavori nel privato puoi ritirare il 30% del montante dopo 8 anni di permanenza nel fondo, senza alcuna ragione particolare. La quota ritirata ti viene tassata al 23%, quindi più della tassazione agevolata 15% – 9%.
Es: sei arrivato a circa 100.000€ e decidi di ritirare il 30%, cioè 30.000€. In questo modo il montante torna sottosoglia a 70.000€ e tu ti tieni in tasca 23.100€ (cioè 30.000€ meno 23% di tasse, €6.900).
E se lavori nel pubblico? Per adesso (agosto 2025) non è possibile chiedere un anticipo del 30% senza giustificazione. Perché no? Perché no.
Modo 3: anticipi per spese sanitarie
Se lavori nel privato, anche prima degli 8 anni, puoi ritirare fino al 75% del montante che hai accumulato per prestazioni sanitarie gravi per te o per un tuo familiare. La quota che ritiri ha tassazione agevolata, dal 15% al 9%.
Se lavori nel pubblico, puoi ritirare anche l’intera posizione accumulata per spese sanitarie gravi, ma devi attendere 8 anni di permanenza del fondo e, come sempre, puoi ritirare solo la parte relativa al contributo volontario e datoriale, non il TFR.
Modo 4: anticipo per acquisto o ristrutturazione prima casa (per te o i tuoi figli)
Dopo 8 anni, sia nel pubblico che nel privato, puoi ritirare fino al 75% del montante per acquistare la prima casa per te o i tuoi figli. L’aliquota è del 23%. Per i lavoratori pubblici come sempre, l’anticipo vale solo sulla contribuzione volontaria e datoriale, anche totale, ma non la quota relativa al TFR.
Modo 5: riscatto per cessazione del rapporto di lavoro
Questa modalità vale sia per dipendenti pubblici che privati.
Perdi il lavoro o ti dimetti: dal giorno dopo puoi ritirare tutto il montante, però perdi la tassazione agevolata. In ogni caso paghi “solo” il 23% e perdi la data di adesione al fondo. Ehi, rimane comunque un modo veloce per prendere i soldi e scappare.
Modo 6: R.I.T.A. (no, non parlo di tua cugina) e il “F.I.R.E. all’italiana”
Anche questa possibilità vale sia per dipendenti pubblici che privati.
Se vuoi continuare a beneficiare della tassazione agevolata dal 15% al 9% ma comunque vuoi svuotare in tutto o in parte il tuo fondo pensione hai altre due possibilità, che si riferiscono alla R.I.T.A. (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, te l’avevo detto che non parlavo di tua cugina):
- POSSIBILITÀ 1 quattro requisiti:
- sei senza lavoro;
- hai versato contributi nei regimi obbligatori di appartenenza da almeno 20 anni;
- hai aperto un fondo pensione da almeno 5 anni;
- raggiungi l’età anagrafica per la pensione di vecchiaia entro i 5 anni successivi alla richiesta (oggi quindi potresti farlo quando hai 62 anni dato che in pensione ci vai a 67);
- POSSIBILITÀ 2 tre requisiti:
- sei senza lavoro da più di 24 mesi;
- hai aperto un fondo pensione da almeno 5 anni;
- raggiungi l’età anagrafica per la pensione di vecchiaia entro i 10 anni successivi alla richiesta (oggi quindi potresti farlo quando hai 57 anni dato che in pensione ci vai a 67).
In entrambi i casi, puoi decidere se ritirare in tutto o in parte, per gli anni che ti rimangono fino alla pensione, il montante. Se ne ritiri una parte, quando raggiungi l’età pensionabile, il resto ti viene dato sotto forma di rendita con le “solite” regole.
Es. di “STRATEGIA F.I.R.E. ALL’ITALIANA” per 55enni: a 55 anni smetti di lavorare. Per due anni ti mantieni con le tue laute ricchezze accumulate nei fondi di investimento. Dai 57 ai 67 ti prendi la RITA. Dai 67 in poi ti arriva la pensione INPS. Una strategia all’italiana – un po’ casereccia – ma può funzionare. Occhio però che fino ai 67 anni non puoi lavorare e che per 12 anni non contribuisci all’INPS, a meno che non fai contributi volontari. Vedi tu.
Cos’è il F.I.R.E.? Na roba triste, per me. Ma magari a 55 anni cambio idea. Leggi qua.
La mia strategia imperfetta: 1% Fondo Espero + il resto fino a raggiungere i €5.164,57 su Allianz Insieme
Io verso solo l’1% su Fondo Espero (oltre al TFR obbligatorio) per ottenere l’1% del contributo datoriale. Il resto, circa €3.600 all’anno per arrivare a €5.164,57 su Allianz Insieme.
Perché non tutto su Fondo Espero?
Perché il Fondo Espero, come quasi tutti i fondi chiusi, per la mia propensione al rischio è troppo prudente. Anche il comparto “Dinamico”, nato da pochi mesi e il più spinto sul lato azionario, è un classico portafoglio 60/40. Di fatto un bilanciato. Tra l’altro quando ho aderito nel 2022 al Fondo Espero, il comparto Dinamico non esisteva, e quello più rischioso era il comparto “Crescita”, cioè 30% azioni, 70% obbligazioni. Per uno che ha ancora circa 30 anni prima della pensione e con una consapevole conoscenza delle fluttuazioni del mercato, è come decidere di farsi un coast to coast degli Stati Uniti in macchina col freno a mano tirato.
E perché il resto su Allianz Insieme?
Perché mi permette di andare 100% azionario, ha costi accettabili per un fondo aperto ed è un fondo che ha avuto discreti risultati negli ultimi 20 anni rispetto alla concorrenza. Fonte: COVIP.
Ricordo che quando a suo tempo ho cercato informazioni, molti in rete dicevano che avevano avuto problemi ad aprire Allianz Insieme. Io e mia moglie non abbiamo avuto grosse difficoltà. Chiaro che alcune agenzie hanno cercato di appiopparci un altro fondo di Allianz, più costoso e meno conveniente. C’è bastato dire “No, grazie” e passare ad altre agenzie del territorio.
Nel caso ho sentito parlare bene anche di Amundi Seconda Pensione, con costi e rendimenti comparabili rispetto ad Allianz Insieme. Tra l’altro il fondo di Amundi si può pure aprire online. Da non sottovalutare, se sei socialmente orso e con poco tempo libero come me.
E perché non verso oltre i €5.164,57 nei fondi pensione?
Semplice: perché tolta la convenienza del contributo datoriale e dello sconto fiscale in dichiarazione, di fatto i fondi pensione sono come tutti gli altri fondi a gestione attiva. Cioè unamme non convenienti.
Ci sono altre forme di risparmio e investimento che utilizzo, come gli ETF, strumenti a gestione passiva, dei quali ti parlerò nei prossimi articoli.
Per adesso ti posso riassumere tutta sta robaccia così:
- Apri il tuo fondo pensione di categoria come Fondo Espero e versa il minimo (+ TFR) per ottenere il contributo datoriale;
- Apri un secondo fondo pensione aperto come Allianz Insieme e versa il restante ammontare fino a €5.164,57;
- Studia e investi le tue restanti enormi ricchezze (tra cui quelle che ti tornano indietro in dichiarazione dei redditi) nel mercato. Come? Ti spiegherò come faccio io nei prossimi articoli.
Io terrò d’occhio anche le regole sull’anticipo del montante, perché se dovessero cambiare per i dipendenti pubblici, mi farò due calcoli sull’opportunità di sfruttare le strategie per mantenere il capitale “sotto soglia”. Da valutare.
Leggi, studia, impara. Capra
La prima risorsa che devi assolutamente consultare è il sito di COVIP, la Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione. Il sito secondo me è fatto molto bene, la normativa è ben sintetizzata e spiegata e soprattutto ha alcune sezioni importanti come l’Elenco dei rendimenti dei fondi pensione e il Comparatore dei costi dei fondi pensione (sempre aggiornati) che dovresti assolutamente consultare prima di aprire un fondo pensione. Ah, e se sei un dipendente pubblico come me è bene che ti dai una bella letta al documento “I fondi pensione nel pubblico impiego“.
La seconda risorsa è Ciao Elsa, un servizio specializzato esclusivamente sui Fondi Pensione. Gli articoli del blog e soprattutto i video su YouTube, a cui mi sono iscritto praticamente da subito, sono ottime risorse per la comprensione di questo mondo bello complicato e spesso sottovalutato dai vari guru della finanza personale. Forse perché parlare di pensione non è figo.
Se hai dubbi, domande o esperienze da condividere, scrivimi nei commenti.
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