Premessa al primo articolo della sezione “Scuola”. Prima di parlare dello stipendio e valutazione dei dirigenti scolastici, desidero fare un’affermazione forte: la scuola italiana non fa del tutto schifo.
Per esempio non andiamo malaccio nei principali test internazionali OCSE/PISA, soprattuto nella scuola primaria, nonostante quello che si pensa…
- Rapporto TIMSS 2023 (competenze di matematica e scienze in quarta elementare e terza media);
- Rapporto PIRLS 2021 (competenze di lettura in quarta elementare);
- Rapporto PISA 2022 (competenze in lettura, matematica e scienze in seconda superiore);
E poi? E poi le nostre scuole sono belle perché sono piene di sole, cuore, amore e…
Beh, insomma, ci sono anche tante robette che fanno schifo e che bisognerebbe riformare.
Riformare.
Riformare… La scuola. In Italia?
Indice
Alcune cosucce che non funzionano nella scuola italiana
Ne butto quà giusto 2 o 3:
- i dirigenti scolastici devastati dal sistema o semplicemente nati con qualche rotella fuori posto (quindi, avendo ammesso di far parte della categoria dei matti, adesso posso sparare a 0 su tutti gli altri);
- la governance = la scuola italiana è un sistema anarchico e caotico. Dirigente, collegio docenti, consiglio di istituto, consigli di classe, interclasse, intersezione, interplesso, dipartimenti, RSU, UAT, USR, GLI, GLO, GLIR, i Comuni, le Province, le Regioni, Bim, bum e bam. Ma chi fa cosa? Chi decide cosa? Middle management? What’s that?
- il dimensionamento scolastico fatto con l’unico obiettivo di risparmiare su dirigenti e segreterie, formando agglomerati di istituti enormi e ingestibili;
- il divario nei risultati di apprendimento tra Nord e Sud;
- scuole medie e scuole superiori. Buco nero del sistema le prime e di impostazione assurdamente ancora gentiliana le seconde;
- la valutazione dei docenti – non pervenuta;
- i genitori helicopter;
- la sfilza di avvocati che stanno dietro ai genitori helicopter;
- la burocrazia IN-FI-NI-TA;
- gli edifici che cadono letteralmente a pezzi;
- la valorizzazione del personale – non pervenuta-;
- la possibilità di fare carriera – non pervenuta. Vuoi più soldi? Invecchia e muori;
- la scuola come ufficio di collocamento. Venghino signori, venghino!!!;
- e il suo meccanismo demenziale di reclutamento dei docenti. In sintesi: “Piacere, non ho idea di chi sia né di che competenze ha, ma prego, si prenda pure cura di questi bambini. Come scusi? Ah, lei non he neanche il titolo per insegnare questa materia? Non si preoccupi, insegnando si impara”;
- l’organico insufficiente dei collaboratori scolastici, soprattutto nel I ciclo;
- la preparazione non sempre, come dire… al top degli assistenti amministrativi;
- gli adempimenti sempre più numerosi e complessi che dovrebbero svolgere gli assistenti amministrativi (quelli che non sempre sono… al top);
- l’organico insufficiente di docenti di sostegno specializzati e di altre figure accudienti per gli alunni con disabilità. Ah, ma non eravamo la scuola PIÙ INCLUSIVA DEL MONDO?
- il caledario scolastico. Dai, facciamo una bella pausa di 3 mesi che sicuramente a settembre ripartiamo alla grande.
Etc, etc, etc…
Si potrebbe parlare di quello che non funziona nella scuola italiana per settimane intere.
Ma partiamo da un aspetto che, al di là di come evolverà, rappresenta un piccolo passo verso la normalità.
La valutazione dei dirigenti scolastici
Ora, uno dei macroproblemi nella scuola italiana (MACRO MACRO MACRO) è la valutazione dei docenti.
E perché allora ho deciso di parlare della valutazione dei presidi? Beh, perché:
- per qualsiasi amministrazione pubblica: se non si valuta chi ha maggiori responsabilità, come si può pretendere di valutare chi lavora ai livelli più operativi?
- la valutazione dei docenti è ancora allo stato del “forse, un giorno, chissà”, mentre quella dei presidi è iniziata giusto da quest’anno scolastico 2024-25;
- in un libretto che è diventato un best-seller internazionale, l’autore scrive: “Prima di guardare la pagliuzza nell’occhio altrui, togli la trave dal tuo“.
Allora togliamoci sta trave e andiamo a vedere come funziona la valutazione dei dirigenti scolastici.
Perché – finalmente – è partita la valutazione dei dirigenti scolastici?
Skei. La risposta è: skei. E ben venga.
Pe capire perché tutta la questione sulla valutazione dei dirigenti scolastici riguarda i soldi, dobbiamo intenderci su come si compone lo stipendio di un preside. Come per tutte le cose in Italia: è complicato.
Al momento in cui scrivo, luglio 2025, il mio stipendio è composto come da screenshot qui sotto. Ti mostro una sezione del mio cedolino di giugno 2025, l’ultimo che ho a disposizione. Ti informo anche che io dirigo un istituto in Fascia A, quindi lo stipendio netto è un po’ più alto della media, circa 150-200€ netti al mese in più. Inoltre aderisco al Fondo Espero, con la quota minima dell’1%. Nella sezione Finanza Personale parlerò approfonditamente della previdenza complementare e del Fondo Espero in particolare.


- Parte fissa: € 62.112,33 su 13 mensilità, uguale per tutti e costituita da stipendio tabellare (€ 47.015,73), posizione parte fissa (€ 13.345,11) e anticipazione sui contratti nazionali non ancora firmati (€ 1.751,49);
- Parte variabile: dipende dalla fascia di complessità della scuola, in base a numero di allievi, docenti, indirizzi attivi, percentuale stranieri, alunni con disabilità, etc etc. Attualmente (luglio 2025) le scuole in Italia stanno in 3 fasce di complessità con le seguenti retribuzioni, ripartite su 13 mensilità:
- Fascia A: € 21.600,00 (la mia attuale, circa il 22% delle scuole);
- Fascia B: € 17.600,00 (quella di circa il 65% degli Istituti in Italia);
- Fascia C: € 13.600,00 (il rimanente 13%).
- Retribuzione di risultato: anche la retribuzione di risultato dipende dalla complessità e, l’ultima relativa all’a.s. 2023-24 (che tra l’altro devo ancora ricevere, perché… “facciamo con calma, siamo in Italia“) riporta le cifre qui in basso, accompagnate da un “circa” perché i numeri devono ancora essere ufficializzati dal Ministero. La retribuzione di risultato non entra nella paga mensile ma pagata in un’unica soluzione una volta all’anno, tendenzialmente entro l’anno successivo.
- Fascia A: € 7.200 circa;
- Fascia B: € 5.800 circa;
- Fascia C: € 4.500 circa.
Quindi, RAL (Retribuzione Annua Lorda) media per un dirigente scolastico di una scuola in fascia B: circa € 85.000, cioè circa € 3.500 netti al mese + retribuzione di risultato che arriva in un certo momento dell’anno. Ricorda: sono dati di luglio 2025.
Ora, la retribuzione di risultato, relativa alla propria fascia di complessità, fino ad oggi è stata assegnata ai dirigenti scolastici in base a…?
NULLA.
È stata data a tutti i presidi in base alla propria fascia di complessità, a prescindere da qualsiasi risultato.
Perché non c’è mai stata alcuna valutazione di niente.
- Sei un dirigente bravo? Ti pigli la retribuzione di risultato relativa alla tua fascia di complessità.
- Sei un dirigente rinc*** – meno bravo? Ti pigli la retribuzione di risultato relativa alla tua fascia di complessità.
E il risultato?
In culo il risultato!
Però, c’erano due però:
- da tanti anni i dirigenti scolastici premevano attraverso i propri sindacati per avere – giustamente – una retribuzione media alla pari con quella degli altri dirigenti pubblici (comuni, ministeri, etc). Il traguardo era stato quasi centrato per la parte fissa e variabile dello stipendio. Restava da colmare il gap sulla retribuzione di risultato.
- La Corte dei Conti a fine 2024 aveva detto “anche basta“. Vuoi avere una retribuzione di risultato, magari uguale a quella degli altri dirigenti pubblici? Mr. Principal, show me the numbers.
Ecco, queste sono le vere ragioni per cui è iniziata la nostra valutazione.
Skei.
Come funziona la valutazione dei dirigenti scolastici (for dummies)
In sintesi:
- Entro luglio i 2 Capi Dipartimento del Ministero individuano gli obiettivi da raggiungere, uguali in tutta Italia;
- entro agosto il Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale integra gli obiettivi nazionali con 1 regionale;
- entro novembre il Direttore dell’USR verifica i risultati in base a una rubrica di valutazione, piattaforme di raccolta dati, eventuali contradditori etc etc etc;
- viene assegnato un punteggio, da 1 a 100;
- in base al punteggio viene assegnata la retribuzione di risultato, relativa alla fascia di complessità. Puoi riceverla al 100%, meno del 100%, o 0, se prendi meno di 30 punti;
- se prendi meno di 30 punti sei convocato dal Direttore dell’USR per un contradditorio obbligatorio (cioè per farti il c*** !!!).
Non sto qui a dettagliarti tutto, ma se sei interessato, leggiti la norma (prima che cambi).
Cosa ne penso – da dirigente scolastico
Penso che fosse ora.
Penso anche che la valutazione dei DS sarà difficilissima da attuare, che sarà complicatissimo per noi presidi dimostrare i risultati conseguiti e per i Direttori degli USR attribuirci un punteggio. Penso anche che ci saranno errori, ricorsi, contro-ricorsi e, inevitabilmente, qualche ingiustizia.
Penso che ci sarebbero un miliardo di sistemi migliori e che probabilmente questo sistema cambierà un miliardo di volte.
Ma nonostante tutto, sono felice che il meccanismo sia partito. La procedura non funzionerà? Si cambierà procedura.
E poi:
- e poi non siamo tutti uguali. Se mi impegno di più o di meno, è giusto che qualcuno sopra di me ne tragga le conseguenze e che questo si rifletta sulla mia busta paga;
- desidero una retribuzione alla pari con quella degli altri dirigenti pubblici, non c’è nulla di male. Per arrivare a questo bisogna parificare l’unica reale differenza rimasta, la retribuzione di risultato. Ergo: devo essere valutato;
- decedenni e decenni di autoreferenzialità hanno creato una casta di intoccabili: noi dirigenti scolastici, i docenti, il personale ATA e, più in generale, tutti coloro che lavorano nella scuola. Abbiamo barattato questo ed altri privilegi accettando stipendi più bassi. Forse anche basta, no? (cit. Corte dei Conti).
E ora cosa succede?
La domanda è: ok, ora quando si inizieranno a valutare i docenti?
Risposta: quando i docenti – e i sindacati che li rappresentano – vorranno iniziare a discutere in maniera seria di skei.
Seria = capire che se vuoi più soldi, devi accettare di essere valutato sui risultati.
Nel frattempo…
Pingback: Soldi: perché a 30 anni ho capito che non ne sapevo un cazzo
Pingback: Fondo Espero + Allianz Insieme: la mia strategia (imperfetta) per non morire di fame